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martedì 25 novembre 2008

ISOLA DEI PENOSI


Luxuria vince l'Isola dei famosi 6.
Vladimir Luxuria trionfa alla sesta edizione dell'Isola dei Famosi vincendo con il 56% delle preferenze, contro il 44% ottenuto dall'avversaria Belen Rodriguez. Una gara sul filo di lana, un testa a testa tra l'ex parlamentare di Rifondazione Comunista e la modella argentina. Luxuria, come da regolamento, destinerà metà del montepremi in beneficenza e ha scelto l'Unicef.
http://www.tgcom.mediaset.it/televisione/articoli/articolo434102.shtml

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nessuna Luxuria
Vladimir ha vinto l’Isola (come Obama ha vinto le elezioni), ma si è simonaventurizzata
Vladimir Luxuria ha pianto mentre vinceva l’Isola dei Famosi (la prima vittoria da parecchi anni della sinistra radicale, infatti a Liberazione hanno tifato, televotato e commentato con serietà che questo successo è la risposta italiana a Barack Obama presidente degli Stati Uniti), ha ringraziato e aveva in testa le mutande di Valeria Marini e accanto la trionfante regina del reality, la potente signora che ha per sempre simonaventurizzato anche Vladimir Luxuria. Perché adesso lei, ex deputata di Rifondazione comunista, ex rivelazione intellettuale del mondo Muccassassina, brava ragazza trasgressiva e intelligente, dice cose così: “Ho vinto perché sono sempre stata me stessa”, “Grazie Simona per avermi dato l’opportunità di mettermi alla prova psicologicamente e fisicamente”, “Basta con la fiera delle ipocrisie” e poi, sconvolgendo i canoni della correttezza non solo trans, ha fatto la spia, moraleggiando pubblicamente su un bacio che forse si sono scambiati due concorrenti, un tizio sposato e una ragazza fidanzata (“E’ bene che i vostri compagni di vita sappiano chi hanno accanto, adesso ho la coscienza a posto”, ha detto, da acida massaia delatrice e sessuofobica con bigodini).

Vladimir è entrata perfettamente nel cliché del concorrente, meglio di Alessia Merz, meglio di Aida Yespica, meglio della sua rivale Belèn Rodriguez, che non era abbastanza equo-solidale per poterla battere e oltretutto creava mostruosi complessi nel pubblico femminile per gambe smisurate più fondoschiena inenarrabile più tremilaseicento denti scintillanti. “Il reality può essere servizio pubblico”, ha commentato con entusiasmo il direttore di rete, Antonio Marano, intendendo che la vittoria di Luxuria è pedagogica, progressista, internazionale, obamiana.

Più che altro il reality risucchia chiunque, e anche se adesso Vladimir Luxuria ha riacceso le speranze della sinistra radicale (lei si schermisce, molto abbronzata e moltissimo dimagrita, e dice che non pensa certo a una candidatura europea, ma lasciatele ammettere che “gli italiani hanno dimostrato di essere più avanti dei politici”), anche se ora l’Arcigay parla di “vittoria rivoluzionaria” e Simona Ventura continuerà a lungo a ringraziare Luxuria per “la bella lezione” sulla civile convivenza fra persone diverse, Vladimir resta una non molto originale pettegola (genere Elena Santarelli o Arianna David) che fa spiate su un flirt e si appella alla buona coscienza degli italiani e del televoto contro le trasgressioni alt